Musica

A morte la generazione Indie!

La generazione Indie sta perdendo. In questo marasma di melma che sommerge fino al collo la scena Indie di questi ultimi anni, c’è un necessario bisogno di pulizia, occorre chiamare un’agenzia di disinfestazione da arrivisti, scartavetrare la muffa e prosciugare queste nere pozzanghere che stanno portando alla deriva olistica un genere che nasce colto e underground, ricercato ed elegante.

Ovviamente il motivo è il solito, la tensione attuale verso l’appartenenza alle micromasse ovvero al conformarsi all’anticonformismo di parrocchie del tipo il tuo pessimismo da quattro soldi chiaramente aveva fatto proseliti. Si, hai indovinato era una citazione dei Baustelle, ora hai vinto un mappamondo. Si cita dentro le citazioni. Chiusa parentesi. Dicevo, c’è questa insulsa ossessione di mostrarsi diverso dal vicino di banco per essere poi tale e quale a quello due banchi dopo come ciò che sta distruggendo la musica indie. Il “nuovo” Indie nasce ovviamente in America ed Inghilterra, parliamo di Strokes, Arctic Monkeys, Interpol ma non basta dire “ti dedico un pezzo degli Strokes” perché se poi provieni da Amici di Maria de Filippi, c’è chiaramente qualcosa che non va e non ho intenzione di vederti suonare al Monk, al massimo ho voglia di vederti ballare a Sanremo.

Vogliamo parlare di Arcade Fire, tanto per citare altri nobili padri fondatori?! L’indie è un genere che appartiene ad una cultura ben delineata, una mentalità comune, una volontà di non produrre per vendere ma di suonare per vivere. Insomma nulla di banale per capirci, la cosa più lontana da “gna gna gna completamente” (nonostante l’ottimo lavoro nei suoni e negli arrangiamenti di Marco Rissa). Bisogna essere indipendenti musicalmente non solo nelle vostre quattro fottute etichette alternative ma anche e soprattutto intellettualmente, perché altrimenti morireste e non per arrivare a fine mese.

La colpa di tutto questo si chiama Edoardo Calcutta. Io lo sentivo al Dal Verme in quindici persone, l’ho conosciuto e fino a poco fa lo seguivo ovunque ma sapete cosa c’è!? Calcutta lo si deve approfondire, lui è genuino, non ha pretese, è spensierato, suona per bere e beve per suonare, ha chiamato il suo successone Mainstream e cos’altro ci si poteva aspettare?! Il problema è come si è espansa la “generazione indie” di cui parlo.

“Per arrestare questa “deriva intellettuale in cui muore la sua poesia” , salviamo tra i pochi i Panta – che tanto non conoscete no?! – bisogna riflettere a fondo. Non possono uscire fuori come la next big thing i Gazzelle, che sono un gruppetto che prende accordi usati mille volte e li abbassa ancor di più mischiando Coez a Calcutta e tirando fuori testi generazionali a-tutti-i-costi da meno di quattro soldi, un cocktail che nemmeno ai ribassi di San Lorenzo il sabato sera varrebbe la pena provare. Da circa cinque anni sono usciti pochissimi gruppi validi e coscienti, Indie e cazzuti, con qualcosa da dire: Motta, Le Luci della Centrale Elettrica, Fast Animals and Slow Kids, Giovanni Truppi, Bianco, i Panta che sono i più giovani, ovviamente I Cani e non so cosa mi sfugge ma sono davvero un numero irrisorio rispetto alle ondate di nullità che ora mirano a riempire l’Atlantico, l’Alcatraz, l’Estragon e così via.

Foto di Corrado Fierro.

Torniamo a noi, esiste un problema serio generazionale e ok, esiste una grave carenza di cultura e ok, abbiamo una opinione pubblica morta e defunta e ok, abbiamo un parlamento di zanzarine e ok, abbiamo Gabbani a Sanremo e ok, abbiamo i video musicali di Razzi e ok, abbiamo Barbara D’Urso e Adinolfi e insomma, mica tanto ok, ma la musica, nulla di più alto e vicino al divino, la musica nata nelle cantine e nei garage, proviamo a salvarla. La musica di chi la ama e muore di vita per lei, quella no, non la dovete più toccare. Non possiamo essere così pigri, viziati e svogliati, dobbiamo studiare perché servirà tutta la nostra intelligenza e dobbiamo avere un cuore nobile, una mente libera, per riconoscere il vero, perché – come dice il poeta – bellezza è verità. Piazza pulita. Ora. Studiate e amate, con passione, non per moda.

Alessandro Aquilini

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Giulio Pantalei

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