Audacia e Leggende

Carolina Kostner

La vita sui pattini di Carolina Kostner è iniziata presto, da quando li ha indossati per la prima volta a 4 anni. Ma solo a 12 ha preso la decisione di fare del pattinaggio la sua vita, quando dovendo scegliere tra questo sport e lo sci ha preferito il primo, incrocio perfetto delle attitudini della sua famiglia. Sportivi dal lato paterno, più affini con le arti da quello di madre, Carolina con il pattinaggio non scontenta nessuno e soprattutto se sciare è per lei solo divertimento, pattinare è qualcosa di più, è metafora della vita, dirà in un’intervista. Sulla pista ghiacciata come nello scorrere dei giorni si vola, si atterra, si cade, ci si rialza. Le lame puoi averle tra i denti o sotto i piedi, non importa, l’importante è volare, guardare le cose dall’alto per capirle meglio. Con la sua faccia pulita e il sorriso un po’ ingenuo, con impegno e passione, accettando anche di trasferirsi in Austria per migliorare la sua preparazione, Carolina arriva nel 2006 alle Olimpiadi di Torino,  alla cui cerimonia di apertura è la portabandiera della squadra italiana. Il giorno atteso della gara è la favorita, tutti puntano su di lei, ma una caduta la inchioderà al nono posto e risalire da lì sarà dura, mentre impietose si levano le voci che la vogliono finita a soli 19 anni. Ma Carolina vola alto, vede le cose con chiarezza e sa che è il momento di chinare la testa, tapparsi le orecchie e lavorare in vista dei Campionati europei dell’anno dopo. Arriva in pista con un sorriso meno ingenuo e più determinato, fa una gara praticamente perfetta ed è prima. Sul gradino più alto del podio quel giorno Carolina non è sola, c’è con lei tutta la squadra italiana che mai prima di allora aveva raggiunto questo risultato. E non resta sola nemmeno negli anni successivi, gli anni bui, quelli delle sconfitte, delle cadute, di un crollo psicologico ed emotivo che la lascia a corto di medaglie insinuandole invece molti dubbi. Carolina però non molla, ama il pattinaggio e decide di continuare. E nel 2012 diventa leggenda. Con un punteggio incredibile è campionessa del mondo ai Mondiali di figura di Nizza, vince una medaglia d’oro figlia di impegno e determinazione, frutto di una risalita che ha visto al suo fianco la famiglia e il fidanzato Alex Schwazer. E’ un atleta come lei, giovane come lei e come lei in quel 2012 vincente. Insieme davanti alle telecamere, insieme sul podio e più tardi insieme nel fango. Accusato di doping lui e di averlo coperto lei, Carolina pagherà un prezzo altissimo e molto discusso: 21 mesi di squalifica per omessa denuncia. Torna in pista nel 2016, 985 giorni dopo l’ultima gara ufficiale e di nuovo stupisce tutti. Non c’è rancore, non ci sono sentimenti di rivalsa, ma ancora una volta impegno e determinazione accompagnati da quel sorriso sempre un po’ ingenuo. “Non devo dimostrare niente a nessuno: né a me stessa né agli altri. Torno per il puro piacere di pattinare, la mia storia” . E la sua storia la porta ai mondiali di Milano dello scorso Marzo. Non è favorita: i suoi 31 anni sono considerati troppi, si inizia a parlare di ritiro. Nello short program però lascia tutti a bocca aperta, il pubblico del Forum la omaggia con un’emozionante standing ovation ed è sul podio. Ma nel programma libero (che con un po’ di astuzia avrebbe potuto semplificare approfittando del crollo della sua rivale) va male e alla fine sarà solo quarta. Vola, atterra, cade e si rialza Carolina, in pista come nella vita, con le lame tra i denti e sotto i piedi e con quel sorriso ingenuo e determinato per il quale non si può non fare il tifo.

Tina Aiello

 

 

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